Le parti sociali tornano a chiedere un progetto per superare quota 100 dal 2022. Con l’iniziativa “Cambiare le pensioni adesso”, i tre leader confederali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno ribadito le proposte della piattaforma unitaria per una flessibilità in uscita sostenibile. Le parti sociali temono lo “scalone” che si produrrebbe dal 1° gennaio 2022 con la scadenza dell’uscita a 62 anni e 38 di contributi. Il progetto, già noto da diversi anni, è di introdurre una flessibilità in uscita dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, in entrambi i casi senza ricalcolo contributivo della pensione.

La piattaforma unitaria chiede anche di riconoscere la diversa gravosità dei lavori e anche il lavoro di cura delle donne – le maggiori vittime dell’inasprimento dei requisiti pensionistici degli ultimi anni – di prevedere una pensione di garanzia per i giovani, di sostenere il reddito dei pensionati ed estendere la 14esima e di rilanciare la previdenza complementare. E’ stata quindi chiesta la ripresa del confronto con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, dopo il cambio di Governo.

L’esecutivo, per il momento, ha aperto solo ad una proroga degli strumenti selettivi già attualmente esistenti, come in particolare ape sociale ed opzione donna, e ad un ampliamento del novero dei lavori gravosi ed usuranti. Proprio in tal senso a fine anno dovrebbero concludersi i lavori delle due Commissioni paritetiche sui lavori gravosi e sull’andamento della spesa previdenziale. Obiettivo: costituire la base per una diversificazione dell’età pensionabile in funzione della gravosità delle mansioni proseguendo l’attività già avviata con la legge n. 232/2016.